Farie Teatrâl Furlane

il teatro professionale in lingua friulana

Il Teatro Nuovo Giovanni da Udine insieme al CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia organizza una serata, ad ingresso lbero, per lunedì 17.05.2010 alle ore 18.00 dedicata al Teatro professionale friulano.

La serata sarà condotta da da Gigi Dall’Aglio ( regista di Bigatis e La lungje cene di Nadâl ) e verrà proposta una successione di esempi concreti, visibili, tangibili appartenenti al passato prossimo e spunti per futuri progetti possibili. Spezzoni in video tratti da Bigatis scritto da Elio Bartolini e Paolo Patui per la regia di Gigi Dall’Aglio, da Cercivento, di e con Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino, e Indemoniate scritto da Giuliana Musso e Carlo Tolazzi, da La lungje cene di Nadâl di Paolo Patui regia di Gigi Dall’Aglio, dal recente Odissee per la drammaturgia e regia di Claudio De Maglio, fino ad arrivare ai Turcs tal Friûl di Pier Paolo Pasolini nella celebre versione curata da Elio De Capitani.
Ma sul palco e dal vivo si potrà assistere anche a brevi remake di Maratona di New York nell’interpretazione del Teatro Incerto e di una innovativa produzione capace di mettere assieme attori di varia provenienza come fu Katzelmacher. Accanto a questi esempi tratti dal repertorio due dimostrazioni di drammaturgia in fieri e volta a future produzioni. Un Uccellacci e uccellini in versione teatrale e un’ipotesi di ricostruzione drammaturgica della straordinaria vita di Pietro Savorgnan di Brazzà.

Di no pierdi ! 😉

Farie Teatrâl Furlane

IL MONTE NOUS

… di Emanuele Franz

E’ appena stato pubblicato il libro “Il Monte Nous” di Emanuele Franz, dedicato all’amico Michele, alla montagna, alla ricerca della Verità. Il libro si svolge in forma di dialogo tra due amici che salgono una montagna.
Una visione della montagna ma anche della vita dove il rispetto e il sacrificio vengono al primo posto.

A Michele un grande mandi di cûr !

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Yuji Hirayama

PENSIERI E GESTI

Un video da guardare assolutamente, per capire come affrontare al meglio delle proprie potenzialità l’arrampicata.

Yuji Hirayama sale Devers Royal ( 8c+ ) forse una delle vie + impegnative della Turchia.

Look at... FREE RANGE TURKEY

E L’ITALIA

SI ALZO’ IN VOLO

Era il 29 dicembre 1923 quando al Campo di Marte ( FI ) Antonio Mattioni riuscì a far volare la sua creatura la “botte volante“. Si realizzava così un sogno coltivato fin da bambino quando a Cividale del Friuli costruiva aquiloni con le canne di fiume e la carte velina. Ma l’intuizione di sfruttare la scia d’aria provocata dall’elica gli venne già nel 1909 durante una manifestazione di aeroplani a Montichiari ( BS ). In quell’occasione, complici le condizioni atmosferiche, si accorse che il flusso d’aria che veniva generato e andava disperso era notevole. Così investì tutte le sue risorse per costruire un prototipo di aereo a reazione dove l’elica era intubata. Antonio Mattioni aveva anche fatto richiesta al Ministero per ottenere un contributo. Ma la prima volta gli venne risposto che prima volevano vedere se il suo prototipo volava. Quando riuscì a far volare l’aeroplano e fece di nuovo la richiesta, i nostri cari politici gli risposero che non erano + interessati alla sua invenzione. Fortunatamente Mattioni aveva, con molta lungimiranza, anche portato avanti la sua attività di tipografo che poi si trasformerà in quella di editore. E questo gli permise di brevettare la sua invenzione e soprattutto di realizzarla. Ma un adeguato aiuto finanziario da parte del Ministero della Difesa-Aeronautica gli avrebbe permesso anche di svilupparla adeguatamente. Ma si sa i nostri politici non brillano certo per lungimiranza ed ecco che il riconoscimento del valore della sua invenzione gli arriverà solo nel 1950, quando il suo brevetto era già stato acquistato nel ’39 dai tedesci e poi dagli inglesi e dagli americani. A 130 anni dalla sua nascita il Comune di Cividale gli rende omaggio con una mostra che si può vedere fino al 23 maggio nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti.

Mandi di cûr !

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Antonio Mattioni - le foto della mostra a Cividale del Friuli

DULA’ CA JERIN

CEMÛT CA JERIN

A trentecuatri agns da che volte che il Friûl al è stât sdrondenât ben e no mal o sin ancjemò culì par visâsi di tut chel cal è stât fât. De fuarce che il popul furlan al à vût par ricjapâsi e par difindi la so identitât culturâl, i siei paîs e la so vite.
I paîs furlans a son stâts ricostruîts dulà ca jerin cemût ca jerin. La int a si è tirade sù lis maniis e à tacat a tirà sù lis fabrichis, lis cjasis e lis glesiis. Di che volte a son tacadis tantis piçulis ativitâts, ce tant che ondis, ca si son slungjadis fin tramai cumò. Le Universitât furlane a je nassude propit in chei dîs par volontât dal popul furlan. Cuant cualchidun al cirarà di puartâle vie o di indebilîle, visais che i furlans e an scombatût par velâ.

Furlans in uaite, simpri !

Look at... the movie La falesia di Gemona !