LIBRO D’ARTISTA

BESLAN – IL DOLORE DI UN POPOLO

Continua a Cividale del Friuli nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti di Borgo di Ponte la mostra di Loretta Cappanera LIBRO D’ARTISTA ( 25 sett17 ott 2010 )
L’artista cividalese espone alcune sue realizzazioni tra queste il dipinto “Beslan” dedicato alla strage in Cecenia nel 2004. Ma la mostra è centrata sul Libro d’Artista, il lavoro a cui lei dedica la sua attività da molti anni, che lei definisce così:
“Se il libro d’artista è un filo, gli artisti del libro hanno abili mani per tessere galassie cosmiche dove pagine come stelle donano luce agli uomini” . “Il libro d’artista è per me opera creativa autonoma, luogo d’ascolto di sé e dell’altro diverso da sé, stanza della memoria e del ricordo personale a volte intimo, ma anche testimonianza che dà voce a chi non ha voce”.
Dalle copertine dei libri traspare una grande sensibilità alla poesia ma anche al tema della sofferenza degli ultimi.

Libro d'artista: Loretta Cappanera - le foto


Commenti

2 risposte a “LIBRO D’ARTISTA”

  1. è visitabile fino a domenica prossima ( 17 ott 2010 )
    con orario:
    ven, sab e festivi 10.30-12.30 e 15.00-19.00

  2. recensione di Roberto Antolini

    Il libro d’artista nasce dentro la mitologia “moderna” dei movimenti d’avanguardia, a partire da libri futuristi come il noto Depero-imbullonato.
    Il percorso di Loretta Cappanera – artista friulana che ormai da vari anni è arrivata ad esprimersi esclusivamente tramite la forma-libro, con libri d’artista essenziali e poetici – invece è molto diverso, direi quasi opposto. Gli anni ’90 dell’avvio del suo percorso artistico sono anni già molto lontani dal mito della modernità.
    La sua attività espositiva inizia con mostre che si rifanno alla grande tradizione storica della pittura italiana già nella scelta tecnica di una pittura a-fresco (ma riportata su telaio) condotta spesso con colori autoprodotti usando sostanze naturali come terre, essenze vegetali, rocce triturate. E con scelte iconografiche che rimandano ad una rilettura postmoderna della trascendenza, dove l’altrove prende la forma di figure angeliche direttamente ispirare alle parole poetiche di Rainer Maria Rilke, Franz Kafka, Rafael Alberti, Fernando Pessoa, e Mario Luzi. La carriera artistica di Loretta Cappanera sembrava, a questo punto, avviata su una già ben sperimentata via di rapporti fra
    immagine e suggestioni letterarie, di raffinate rivisitazioni e nostalgie per luoghi altri da quelli della modernità novecentesca.
    Ma la pittura e la sua tradizione, ad un certo punto, devono essergli andate strette. Già nell’a-fresco, e nell’autoproduzione dei colori, c’era l’amore per una dimensione operativamente artigianale, per
    la concretezza della manipolazione diretta degli elementi base della sua attività artistica. Tutto questo si rafforza, nella seconda parte degli anni ’90, con una svolta dei suoi interessi verso la grafica: verso una sperimentazione a tappeto di tecniche grafiche vecchie e nuove, dove l’ispirazione deve piegarsi più che nella pittura al confronto con il materiale, con una precisa tecnica
    strumentale, al prodotto diretto (anche se, nel nostro caso, seriale) del lavoro delle proprie mani. E per questa via l’incontro con il libro era inevitabile.
    Nei primi anni del nuovo secolo la troviamo impegnata in un luogo cruciale per l’incontro fra le varie operatività artistiche ed una concezione totale (e qui c’è senz’altro la lezione delle
    avanguardie) e post-industriale del libro. Il “luogo” è la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, dove Loretta Cappanera è arrivata ad insegnare e a coordinare specifici progetti, comuni fra studenti ed insegnanti com’è nello stile di lavoro della Scuola. Molti dei quali centrati sul libro,in una prassi che partendo dalla grafica editoriale tradizionale un po’ alla volta ne va anche oltre, alla ricerca di quella progettualità artistica totale che reinventa gli elementi costitutivi del libro (la carta, la legatura, le copertine) per investire poi e ridefinirne la forma-oggetto, e quindi le modalità di fruizione (lettura o altro).
    Dal 1997 in poi il lavoro di Loretta Cappanera si esprime esclusivamente nel campo del libro d’artista: «il libro d’Artista è per me opera creativa autonoma – dice – luogo d’ascolto di sé e
    dell’altro diverso da sé, stanza della memoria e del ricordo personale a volte intimo, ma anche testimonianza che da voce a chi non ha voce». Se infatti nei libri degli artisti di correnti d’avanguardia – lettrismo, poesia concreta e visiva, fluxus. – c’è soprattutto il collage come montaggio visivo che mima la frammentarietà della vita moderna (e quindi il tendenziale stravolgimento della forma-libro), nei libri suoi la tradizione storica del libro, con la sua evidenza simbolica di icona della cultura scritta, subisce un processo che definirei di astrazione (nel senso pittorico di essenzializzazione ed interpretazione spirituale). Nei suoi lavori troviamo una certa
    costanza formale della tipologia libraria, che viene però riempita di sostanza soprattutto dai materiali utilizzati (carte speciali, cuciture, tessiture e velate trasparenze, raffinatissimi intarsi grafici) e da un cromatismo tarato semanticamente. I suoi libri, anche senza bisogno del testo, sviluppano comunque precisi, per quanto rarefatti, contenuti narrativi. Ma non sempre sono privi di testo, anzi. La vecchia passione di Cappanera per la poesia (che l’aveva portata a riempire di poesie anche i cataloghi delle sue mostre di pittura) trova nel libro d’artista una nuova prassi. Non quella dei “livres de peintres” alla francese, in cui poesia ed illustrazione vengono semplicementegiustapposte, ma una prassi totale – come si diceva – nella quale la parola poetica si fonde sostanzialmente al pieno materico delle sue pagine, diventa frammento nascosto, improvvisa
    epifania del verbo che non può essere consumato. È per questa via, nell’intreccio fra misteriosi accenni a testi non-consumabili e la naturale valenza narrativa della loro matericità, che i libri di Loretta Cappanera trovano modo di dare artisticamente voce anche a chi – come dice lei – «non havoce»: oltre a raccontare viaggi, a cogliere atmosfere sospese di luoghi o momenti speciali della vita, a ricordare persone scomparse, capita loro anche di riportare lontani sussurri di bambini consumati dal lavoro negli opifici della rivoluzione industriale inglese come nelle attuali baraccopoli del Terzo Mondo, di mappare i migranti scomparsi nei flutti mediterranei come novelli compagni di Ulisse, di raccogliere il frastuono di fondo delle guerre contemporanee.
    Per gestire questo suo lavoro sul libro d’artista, che quasi sempre nasce da collaborazioni con poeti, fotografi, commediografi, operatori sociali, nel 2002 Loretta Cappanera, assieme al compagno
    Andrea Zuccolo – attore e poeta lui stesso – ha fondato una casa editrice di nicchia: la CappaZeta edizioni di Udine. Dal 2008 la CappaZeta ha affiancato alla produzione di libri d’artista anche la piccola collana “Quaderni di poesia”, in tiratura limitata e numerata, che fino ad ora ha pubblicato testi di Etel Adnan, Antonella Bragagna, Nicola Dal Falco, Antonio De Biasio, Jack Hirschman, Anna Lombardo, Luciano Morandini, Gigi Zoppello, Andrea Zuccolo.

    Roberto Antolini

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