LA GOLETTA VERDE

ALLA MARINA DI SAN GIORGIO DI NOGARO

La Goletta Verde di Legambiente ha fatto tappa in questi giorni ( 28/29 ) a S. Giorgio di Nogaro e stamattina in una conferenza stampa è stato rilasciato il rapporto sull’inquinamento del mare che bagna il litorale friulano. Ecco in sintesi cosa è emerso:

Le minacce più gravi per il mare e i 111 chilometri di coste friulane arrivano dalle foci dei fiumi, che rappresentano quattro dei sei punti critici rilevati. Fortemente inquinate la foce dell’Aussa-Corno, dell’Isonzo, dello Stella e del Tagliamento.
Gravemente contaminati anche i punti campionati nei comuni di Lignano Sabbiadoro e Monfalcone, nelle località Pantanel e Marina Julia, a valle del depuratore che sbocca in laguna il primo e di fronte al lido il secondo.

“Le analisi di Goletta Verde sono un forte grido d’allarme: mettono in evidenza una situazione di gravissimo deterioramento dei fiumi, e quindi del mare friulano – ha commentato Giorgio Zampetti, portavoce di Goletta Verde – proprio nell’anno in cui è entrata in vigore la nuova normativa sulla balneabilità, con limiti assai più permissivi rispetto alla precedente Dpr 470/1982.
È del tutto evidente come la grave contaminazione microbiologica dei fiumi friulani sia legata a doppio filo con reti fognarie e servizi depurativi deficitari.
Di più, come dimostrano i monitoraggi effettuati anche sul canale in località Fossalon del comune di Grado e sulle acque del fiume Isonzato prelevate nel comune di San Canzian d’Isonzo, in località Terranova, entrambi usciti gravemente inquinati, la contaminazione microbiologica di corsi d’acqua e mare è frutto di un sistema depurativo non solo scarsamente efficace, ma in alcuni casi totalmente assente. E come se non bastasse, ai casi di scarsa depurazione, si aggiungono anche quelli di cattiva manutenzione delle condutture. Lo dimostra il campionamento fatto a largo della costa Triestina, lungo la conduttura del depuratore di Servola, dove a causa di una falla l’acqua è risultata essere gravemente inquinata, con livelli di contaminazione di oltre sei volte superiori ai limiti di legge. Ciliegina sulla torta: la falla in questione si trova proprio in prossimità dell’Area Marina Protetta di Miramare.”

“Siamo al paradosso – denuncia Giorgio Cavallo, presidente Legambiente Fvg – anziché salvaguardare le nostre risorse naturali più preziose, investire nelle riserve di biodiversità lasciamo che le Aree marine protette vengano contaminate direttamente dalle fogne. Per la tutela dell’Alto Adriatico occorrerebbe, invece, avviare protocolli di intesa per una gestione integrata e coordinata delle politiche ambientali tra tutti gli Stati che affacciano su questo delicatissimo tratto di mare. Politiche che dovrebbero prendere in considerazione non solo la qualità delle acque, ma anche le attività di pesca, portualità e trasporto marittimo commerciale, senza dimenticare le infrastrutture energetiche”

Le cattive notizie per le coste friulane non si fermano alla insufficiente depurazione, ma arrivano anche dalle coste e si chiamano cemento abusivo vista mare e pesca di frodo. Tra abusi edilizi sul denamio marittimo, pesca illegale, scarichi abusivi e infrazioni al codice della navigazione, sono 1,6 le illegalità per chilometro di costa di questa Regione.

Per avere una prospettiva positiva bisogna prendere in considerazione l’andamento degli illeciti sulle coste: nel 2009 erano 4,1 per chilometro, contro gli 1,6 di quest’anno.

I prelievi vengono eseguiti dalla squadra di tecnici che viaggia via terra e vengono effettuate le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).