Manifestazione pubblica

presso la Località Pannellia di Sedegliano

Come raggiungere Pannellia di Sedegliano ( UD ) IL COMITATO 14701 SEDEGLIANO
INVITA
LE FAMIGLIE DEI COMUNI DEL MEDIO FRIULI AD UNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA
SABATO 28 MAGGIO a partire dalle ore 16.00
PRESSO LA LOCALITA’ PANNELLIA DI SEDEGLIANO
SUL TEMA:
CENTRALE A BIOMASSE
DURANTE LA MANIFESTAZIONE:
– SARA’ DISTRIBUITO MATERIALE INFORMATIVO SULLA CENTRALE
A BIOMASSE (*).
– SARANNO RIPORTATE TESTIMONANZE SULLA VICENDA.
– SI RACCOGLIERANNO LE FIRME PER DIRE “NO” ALLE CENTRALI DI
QUESTO TIPO SPECIFICO
– SI RACCOGLIERANNO OPINIONI SULLE FONTI RINNOVABILI
Si invita caldamente la popolazione a partecipare.


Commenti

2 risposte a “Manifestazione pubblica”

  1. il volantino di presentazione della manifestazione ->

    a seguito della conferenza della settimana scorsa e come richiesto da più persone è stata organizzata una manifestazione pubblica
    per SABATO 28 MAGGIO 2011
    presso la Località Pannellia di Sedegliano
    a partire dalle ore 16.00.

    La manifestazione pacifica avrà lo scopo di dare visibilità, soprattutto alla ditta che intende costruire la centrale a Combustione di biomasse, la contrarietà a questo impianto che nulla ha a che fare con le fonti rinnovabili e con il nostro territorio.
    Tutte le persone sono invitate anche con le nuove generazioni, alle quali abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore di come l’abbiamo trovato.

    Ci auguriamo che sia una GRANDE manifestazione, degna di contrastare la più GRANDE centrale elettrica a legna d’Italia.

    Non serviranno bandiere di parte. I nostri corpi e i corpi dei nostri bambini saranno le bandiere più significative.

    😎

  2. LETTERA APERTA AL SINDACO DI SEDEGLIANO
    Pordenone 19.05.2011

    Solo quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
    solo quando l’ultimo fiume sarà stato avvelenato,
    solo quando l’ultimo pesce sarà stato catturato,
    soltanto allora scoprirai che il denaro non si può mangiare.
    (Profezia degli Indiani Cree)

    Chiarissimo sig. Sindaco di Sedegliano,
    sono Gustavo Mazzi, il medico dell’ISDE – Associazione Italiana Medici per l’Ambiente che ieri sera nella sua bella cittadina ha fatto informazione sulle ricadute in salute degli impianti a
    combustione.
    Mi permetto di scriverLe perché ritengo doveroso dare una risposta agli interrogativi del Suo intervento di ieri sera cui non ho potuto rispondere per non interrompere un bel dialogo tra il sindaco e la sua comunità.
    Mi rendo perfettamente conto e ne convengo con Lei sulle difficoltà del singolo Amministratore nel prendere difficili decisioni specie se non è un esperto della materia e come tale necessita di pareri tecnici che solo l’Arpa, l’ASS e gli Uffici tecnici provinciali possono esperire.
    Come Lei però avrà certamente notato, questi ultimi possono solo verificare la regolarità dell’impianto e il carattere qualitativo e quantitativo delle sue emissioni che progettualmente sempre rientrano nelle caratteristiche di legge, di una Legge alquanto inadeguata e insufficiente a garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica visto che fissa limiti di emissione a camino elevatissimi, non prevede il controllo a camino in continuo per diossine e furani e particolato ultrasottile, non prevede l’obbligo di rispettare flussi di massa/anno e tanto meno limiti di accumulo al suolo, nell’acqua e nella vegetazione circostante l’impianto stesso, né ripetuti controlli specie per diossine e furani da parte delle Autorità competenti. Solo dallo scorso anno è stato sancito l’imperativo obbligo di non peggiorare la qualità dell’aria ambiente per gli impianti di
    nuova costruzione.
    Ringraziando il Comitato che mi ha invitato e mi ha permesso di partecipare ad una serata di dibattito vivace e costruttivo in un’agorà che ha visto presenti amministratori ed amministrati, Le
    rendo merito non solo di non essersi sottratto al confronto, ma di aver con pacatezza e serenità d’intenti posto le motivazioni che hanno spinto verso l’autorizzazione che conosciamo.
    Premesso tutto questo che per me è un atto dovuto, vengo a rispondere al Suo quesito e cioè se la medesima quantità di diossina emessa da un singolo impianto a combustione di legna a Sedegliano
    da 30 MWt è più pericolosa e tossica della stessa quantità emessa da più impianti di piccola taglia per un totale di 30MWt, in Trentino o in Carnia. La risposta ovviamente è NO: se la quantità di diossina emessa è la stessa in entrambi i casi, i rischi connessi con la sua emissione in ambiente sono i medesimi.
    C’è però una significativa distinzione da fare.
    L’attivazione di impianti di piccola taglia disseminati in diverse comunità montane di norma non sono alimentati da legna vergine trasportata da molto lontano, bensì con residui di legna dal vaglio
    del sottobosco e/o residui di lavorazione e sono mirati alla produzione di calore oltre che di energia elettrica e come tali sono in grado di “spegnere” in quei territori numerose stufe e camini a legna
    per circa sette mesi e le caldaie per l’acqua calda per l’intero anno. Come correttamente riferiva l’Assessore Regionale all’Ambiente e diversi Direttori di ARPA regionali, la combustione domestica di legna è il principale produttore di particolato e di diossine per quantità di combustibile bruciato, pertanto possiamo supporre che la mancata emissione di questi ultimi nel periodo di spegnimento di stufe, camini e caldaie dovrebbe ampiamente sopperire alla emissione controllata
    delle piccole centrali munite comunque di filtri che gli altri sistemi domestici di solito non hanno.
    Anche se dubbioso su costi e rendimenti e con il rischio che comunque questi piccoli impianti possano produrre più diossina in un anno che le stufe in sette mesi, devo constatare che il rapporto
    emissione di inquinanti/produzione di energia elettrica potrebbe rivelarsi conveniente visto il ridotto o nullo peggioramento della qualità dell’aria di quel territorio.
    Possiamo dire la stessa cosa dell’impianto di Sedegliano?
    Anche in questo caso la risposta è ovviamente NO.
    L’emissione in ambiente dei 44mg di diossina e le diverse tonnellate di particolato ed altri inquinanti (100.000 tonnellate di legna entrano e 100.000 tonnellate escono in ceneri e fumi) vanno semplicemente ad aggiungersi a quelli prodotti da stufe e caldaie che non si spengono in un inverno comunque più breve di quello trentino o carnico.
    Allora come massima Autorità Sanitaria Locale, investito come Sindaco di tutti del gravoso e nobile compito di tutelare la salute dei suoi concittadini al di là del censo, dell’istruzione, dell’etnia e della
    colorazione politica, è necessario che si ponga questa domanda:
    “la certezza di ottenere pochi, forse diversi ma non credo tanti posti di lavoro nella costruenda Centrale è un contrappeso giusto al peggioramento della qualità aria ambiente ed al conseguente rischio di contaminazione cui sottoporremmo gli altri lavoratori delle industrie viciniori già esposti a rischi professionali per la loro attività, i residenti delle zone limitrofe, il seminativo, il bestiame e i vigneti del territorio circostante, le acque superficiali e profonde e gli alimenti prodotti in loco?”
    Quando ho esposto lo scenario in cui ci viviamo, ho semplicemente riportato dei dati di enti ufficiali europei, italiani come l’ISPRA e regionali come l’ARPA o l’ARS, nonchè la numerosissima letteratura scientifica in merito. Ritengo che sia corretto informare la popolazione perché è solo da un movimento spontaneo di tutela della propria salute che potremmo coinvolgere i decisori politici a modificare norme e regolamenti che spesso, come in questo caso, lasciano il tempo che trovano.
    Noi dobbiamo pretendere che la Prevenzione Primaria e cioè la riduzione dell’esposizione ad agenti
    mutageni, cancerogeni e teratogeni diventi un improcrastinabile obiettivo dell’Amministrazione che ci siamo dati, prevedendo anche studi georeferenziati che stratificando il territorio con i suoi
    insediamenti, le sue attività e l’incidenza di determinate patologie, possano permettere la valutazione degli esiti di salute rispetto alle condizioni ambientali esistenti e la stima di possibili modificazioni degli stati di salute in rapporto alle attività in progetto che impattino sull’ambiente.
    Nel frattempo potrei suggerirle di chiedere alla sua ASS il numero dei suoi concittadini esenti con codice 048 per le malattie tumorali e 044 (299.0 e 299.8) per le psicopatologie infantili, anno per anno negli ultimi dieci anni per verificare la numerosità dell’incremento che sarà da attribuire in caso di piccole percentuali alla migliore capacità diagnostica del Sistema Sanitario Regionale e in casi di numeri più grandi all’azione anche di fattori ambientali su cui intervenire. Sono dati grezzi ma indicativi dello stato di salute della popolazione che in ogni caso ci indicheranno un livello basale, buono o meno buono, su cui operare nel prossimo futuro.
    Io spero che altre serate come quella di ieri caratterizzino la vita politica e sociale della sua generosa, tenace e combattiva piccola comunità e che sia da esempio per altre municipalità al fine di dare inizio ad una forma di democrazia partecipata che veda fianco a fianco eletti ed elettori, amministrati ed amministratori.
    Termino questa mia con le parole di un mio vecchio scritto: “Noi viviamo in un angolo di paradiso, ritagliato e posto in questa nostra Terra, ma rischiamo di renderlo un vero e proprio inferno per i
    nostri figli e per i figli dei nostri figli”.

    Certo di averLe fatto cosa gradita, resto a Sua completa disposizione.

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